LA GESTIONE SEPARATA INPS E LA FACOLTA’ DEL COMPUTO

19 Aprile 2021 | News, Previdenza

 Nata nel 1996 per dare una tutela  ad alcune categorie di lavoratori previdenzialmente scoperti la Gestione Separata ha esteso l’obbligo di iscrizione anche ad altre categorie. Il regime di calcolo è quello contributivo  e attraverso la facoltà del computo è possibile anticipare l’età pensionabile a 64 anni qualora vi siano i requisiti.

Istituita nel 1995 con la Legge 335/95 (Legge Dini) ed entrata in vigore con il 1°gennaio 1996  la Gestione Separata è una delle gestioni previdenziali dell’INPS.  La Gestione Separata venne istituita nell’insieme delle novità prodotte  dalla riforma del sistema previdenziale (Riforma Dini ) per garantire una tutela previdenziale per tutte quelle figure professionali che sino ad allora non avevano un proprio Fondo o una Cassa Professionale. Infatti, fino al 1995 alcune professioni non erano soggette al versamento di una contribuzione  obbligatoria in una gestione INPS o in una Cassa Professionale ed erano pertanto prive di una futura pensione. Come effetto della riforma le professioni ordinate (quelle per il cui esercizio è necessaria l’iscrizione ad un Ordine e ad un Albo) prive di un loro ente di previdenza istituirono le proprie Casse Professionali (D.lgs 103/96).Nacquero così le Cassa di previdenza degli Psicologi (ENPAP), quella dei Periti Industriali ( EPPI), la Cassa Pluri categoriale dei Geologi , Chimici  e Forestali (EPAP) ed altre ancora.

Ma chi si deve iscrivere oggi alla Gestione Separata INPS? Possiamo sintetizzare l’obbligo di iscrizione per queste categorie di soggetti:

  • Liberi professionisti con p.iva senza Cassa di previdenza o senza i requisiti per l’iscrizione alla Cassa;
  • Lavoratori subordinati senza p.iva, co.co.co , amministratori di società e lavoratori occasionali con reddito superiore ad Euro 5.000,00 annui
  • Pensionati

La contribuzione annua sul reddito è per  :

  • Liberi professionisti il 24% integralmente versato dal professionista;
  • Lavoratori subordinati senza p.iva il 33% ( del quale 2/3 versato dal datore di lavoro e 1/3 versato dal lavoratore)
  • Pensionati il 24%.

La Gestione Separata prevede un massimale di reddito ( limite di reddito oltre il quale non è prevista contribuzione) che nel 2021 è pari ad Euro 103.055,00 mentre non è previsto un minimale di reddito. Ai fini dell’anzianità contributiva è necessario versare la contribuzione su un reddito annuo minimo pari ad euro 15.953,00 e in caso di versamento su un reddito minore l’anzianità contributiva verrà proporzionalmente ridotta. Le prestazioni previdenziali previste dalla Gestione Separata sono: la pensione di vecchiaia, la pensione anticipata, la pensione ai superstiti indiretta e reversibile, la pensione di inabilità e quella di invalidità. La Gestione Separata essendo entrata in vigore nel 1996 prevede come unico regime di calcolo quello contributivo, consente la totalizzazione dei contributi e il cumulo ma non la ricongiunzione.

Una altra caratteristica della Gestione Separata è quella di poter anticipare (qualora ci siano i requisiti) l’età pensionabile a 64 anni (in presenza di almeno 20 di contribuzione) i requisiti per la pensione di vecchiaia anziché a 67. Infatti chi ha accreditato almeno un mese nella Gestione Separata può accedere al computo qualora siano presenti questi requisiti.

  • Minimo 15 anni di anzianità contributiva di cui almeno 5 anni successivi al 31/12/1995;
  • Meno di 18 anni di contribuzione al 31/12/1995

Il computo prevede di utilizzare i contributi versati nell’AGO e nella gestione dipendenti pubblici direttamente nella Gestione Separata e di dare luogo a una prestazione calcolata  interamente in regime contributivo purché la prestazione ottenuta sia pari ad almeno 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale (Euro 5.963,64 anni nel 2021). Anche la possibilità di computo nella Gestione separata va valutata singolarmente soprattutto in presenza di periodi ante 1995 che ricadono nel regime di calcolo retributivo.

 

 

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